SALUTI ROMANI PER IL GERARCA ETTORE MUTI, PROSCIOLTI

Prosciolti dall'accusa di aver violato la legge Mancino, contro il razzismo e l'intolleranza, Marco Santarelli ex responsabile degli Arditi e Domenico Morosini. Il Tribunale di Ravenna ha applicato per la prima i principi affermati dalle sezioni unite e, in udienza predibattimentale, ha fatto cadere l'accusa di aver infranto la legge in occasione della commemorazione del gerarca fascista Ettore Muti che si è svolta di fronte al Cimitero di Ravenna il 23 agosto 2020 con rito del presente e saluti romani.

Morosini e Santarelli erano finiti nel mirino dei giudici, il primo per il saluto romano, il secondo per il rito del presente, invocando per tre volte il “Camerata Ettore Muti”.

 Esprime la sua soddisfazione per il verdetto il difensore di Santarelli, Francesco Minutillo “Oggi a Ravenna abbiamo vissuto un momento storico della giustizia e del diritto, con una delle prime pronunce dove vengono applicati i criteri delle Sezioni unite della Cassazione nella sentenza di gennaio”. Per Minutillo autore del libro “Anche i Fascisti hanno Diritti” “Il diritto a commemorare i nostri martiri e defunti seguendo il rito fascista compie dunque oggi un deciso passo in avanti” autore del libro. La sentenza, dopo un'ora di camera di consiglio, è del giudice Antonella Guidomei, il pm era Silvia Ziniti. “Siamo riusciti a non andare neppure a processo” spiega Minutillo, “la Procura aveva già abbandonato l'ipotesi della legge Scelba ed aveva insistito solo proponendo la violazione dell'articolo 2 della legge Mancino reputando che il saluto romano all'interno del rito del presente costituisse una simbologia del Partito fascista e dunque di una associazione tesa a propagandare e diffondere ideologie razziste. Ma per l'integrazione del reato sarebbe stato necessario dimostrare che l'associazione razzista esisteva ancora nell'attualità. Ovvero qui ed oggi. Ma così non è stato, e, dopo la Cassazione lo certifica anche un Tribunale di merito”.

Di tutt'altro tenore la reazioni della Consulta antifascista di Ravenna, parte civile, senza l'Anpi non ammessa per un vizio di forma. “Attendiamo, entro 90 giorni, di leggere le motivazioni di una pronuncia che ci lascia interdetti e amareggiati - afferma l'avvocato Andrea Maestri della consulta provinciale antifascista presieduta da Carlo Boldrini, figlio del defunto comandate partigiano Arrigo “Bulow” Boldrini. “Siamo probabilmente al cospetto della prima pronuncia a seguito della nota sentenza delle Sezioni Unite Penali della Cassazione, depositata il 17 aprile scorso. Il reato contestato dalla Procura di Ravenna è l'articolo 2 legge Mancino, delitto di pericolo presunto che si realizza anche con il saluto romano e la chiamata del presente, che per la Cassazione sono oggettivamente riconducibili al rituale fascista (articoli 3 e 9 regolamento del Pnf) e sono state poste in essere in un “significativo contesto fattuale complessivo” cioè durante la pubblica, reiterata, ostentata esaltazione non di una figura qualunque ma di Ettore Muti, squadrista e segretario del Pnf. Chiare le finalità di esaltazione ideologica e di proselitismo”. Il legale ha aggiunto: “Osservo, da cittadino e da giurista, che non vorrei crescere i miei figli in un Paese in cui si possa liberamente e impunemente esaltare uno squadrista fascista come Ettore Muti, fare la chiamata del presente e il saluto romano. Un Paese in cui due leggi vigenti, la legge Scelba e la legge Mancino, dighe giuridiche erette in difesa dei valori democratici e costituzionali, di fatto sono disattese”.

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