OMICIDIO WILLY MONTEIRO, ATTENUANTI NEGATE NON PER MOTIVI “ESTETICI”

Una violenza brutale, ripetuta, consapevole. Il no alle attenuanti generiche - deciso dai giudici di primo grado nel processo a carico dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi per l'omicidio di Willy Monteiro Duarte - si è basato sull'intensità del dolo e non su motivazioni etiche o estetiche, come affermato dalla Corte d'Assise d'Appello che le attenuanti generiche le aveva invece riconosciute. Ad avviso dei giudici di secondo grado, infatti, la severità dimostrata nei confronti dei due componenti della chat “la gang dello Scrocchio”, era stata anche il frutto di un condizionamento dovuto al clamore mediatico dell'omicidio.

La Cassazione, ha depositato la sentenza (34791) che contiene le motivazioni, con le quali il 9 aprile scorso ha accolto il ricorso del pubblico ministero contro la decisione della Corte d'Assiste di appello di concedere le attenuanti generiche ai fratelli Bianchi, che la sera del 6 settembre del 2020 pestarono a morte Willy Monteiro Duarte a Colleferro, centro in provincia di Roma.

La prima sezione penale della Cassazione, ha dunque aperto la via ad un appello bis per i due limitatamente alla scelta di abbassare la condanna dall'ergastolo a 24 anni. Un nuovo procedimento nel quale gli imputati rischiano di nuovo il carcere a vita.

La Suprema corte, smonta la tesi abbracciata dai giudici di appello di un dolo meno “intenso”, in un'omicidio frutto di un pestaggio, al quale i Bianchi erano rimasti estranei all'inizio. Elemento questo, che non può essere valorizzato a loro favore, spiega la Cassazione, ma semmai era stato alla base della contestazioni dei futili motivi. La pubblica accusa, nel ricorso accolto dagli ermellini, censura la sentenza della Corte d'Assise di appello per la parte in cui fa riferimento al clamore mediatico “come elemento di attenuazione dello spessore della personalità negativa dei due imputati, per come tratteggiata dai mezzi di comunicazione”. I giudici di secondo grado avevano minimizzato anche il valore della chat “la gang dello scrocchio” , nell'impossibilità di distinguere “la finzione dalla realtà, la devianza dal cattivo gusto” . In più, aveva precisato il Pm, i giuidici di appello “paiono aver ascritto alla Corte d'Assise di aver recepito quali dati di segno deteriore alcune manifestazione di comportamenti di Gabriele Bianchi e Marco Bianchi di incerta natura, da ritenersi piuttosto elementi di carattere soltanto etico o semplicente estetico”. Ma la Cassazione sottolinea sul punto la “debolezza” della motivazione della Corte d'Assise di appello, che non chiarisce quali sarebbero gli elementi che avrebbero pesato nel giudizio, malgrado la loro irrilevanza penale. In realtà la Cassazione precisa che ad influire sul no alle attenunti è stata la modalità brutale dell'omicidio volontario, messo in atto colpendo un ragazzo con una struttura corporea particolarmente esile come Willy, ripetutamente e con violenza in punti di vitali.

All'incontestabile gravità del fatto, commesso ai danni di un giovane inerme, si univa la valutazione negativa sulla pronunciata capacità di delinquere dei due imputati, “gravati da carichi pendenti per reati inerenti la violenza e condannati in secondo grado per spaccio di sostanze stupefacenti, persone note nel loro contesto come picchiatori”. Due soggetti dotati di personalità allarmante, privi di attività lavorativa eppure connotati da tenore di vita elevato. Incide anche l'assenza di qualunque “revisione critica del loro gravissimo operato deviante”.

2024-09-17T11:55:30Z dg43tfdfdgfd