WELFARE, SATISPAY LANCIA IL SERVIZIO DI FRINGE BENEFIT

Dopo il successo del primo servizio di welfare aziendale, i buoni pasti lanciati un anno fa, Satispay annuncia l’avvio di un nuovo prodotto, i cosiddetti Buoni Acquisto, fringe benefit spendibili per acquistare diversi tipi di beni, dalla cura della persona all’abbigliamento, fino alle spese per cultura, tempo libero e a quelle per carburante, e ricariche telefoniche, oltre ovviamente ai beni alimentari.

Una scelta coerente, spiega il ceo e co-founder di Satispay Alberto Dalmasso, con gli obiettivi di un’azienda che ha dimostrato di saper cogliere e soddisfare i bisogni non solo dei consumatori, ma anche delle imprese commerciali, dai ristoranti e bar ai negozi e alle insegne della grande distribuzione organizzata. Il nuovo servizio, come già quello dei buoni pasto, abbatte infatti commissioni e tempi di incasso per bar, ristoranti, negozi e catene alimentari e dall’altro aumenta l’impatto etico e positivo delle aziende sui territori, oltre che i benefici di utilizzo da parte dei lavoratori.

«Abbiamo lavorato intensamente perché, come per i buoni pasto, anche nei buoni acquisto vediamo uno strumento importante per supportare i lavoratori nella gestione del caro vita - dice Dalmasso -. I buoni acquisto hanno anche una caratteristica di premio al merito che ci piace e, come azienda che vede proprio nella meritocrazia un driver importante di crescita personale e economica, siamo particolarmente motivati nel contribuire a diffondere questo strumento nelle imprese».

A convincere i vertici di Satispay (app di pagamento mobile alternativa alle carte di credito e debito, con 650 dipendenti, oltre 4,8 milioni di consumatori che la utilizzano in più di 350mila esercizi commerciali) ad accelerare sulla proposta di servizi di welfare aziendale, sono stati da un lato il contesto legislativo favorevole e, dall’altro, gli ottimi risultati raggiunti dai Buoni Pasto in un solo anno, con oltre 50mila lavoratori che li utilizzano in più di 75mila esercizi commerciali e 2mila supermercati e catene (tra cui Iperal, Iper la grande I, MD, Mercatò e Tigros, Satispay Buoni Pasto), adottati da più di 12mila aziende, tra singole partite Iva, pmi e grandi gruppi, come Acqua Sant’Anna, Amadori, Iren e Too Good To Go. Ulteriore tassello sul fronte della rete d’accettazione dei Satispay Buoni Pasto sarà la prossima integrazione con Esselunga, prima insegna della Gdo che, nel 2017, decise di integrare Satispay come sistema di pagamento.

Il nuovo servizio dei Buoni Acquisto ha già raccolto circa mille dipendenti utilizzatori nella fase di prelancio. «Le prospettive sono molto buone - osserva Dalmasso - e all’inizio dle 2025 arriveremo sul mercato con un ulteriore nuovo prodotto. Il nostro obiettivo è diventare nel giro di 3-5 anni il primo operatore sul mercato». Già alla fine di quest’anno, con i soli buoni pasto, il segmento del welfare rappresenterà circa il 10% del fatturato (annualizzato a 70 milioni di euro) e raddoppierà gli utenti. Il prossimo anno potrebbe arrivare a rappresentare tra il 30 e il 35%. «Il nostro business principale rimarrà quello dei pagamenti elettronici, ma sicuramente il welfare aziendale rappresenterà un asset fondamentale», conclude Dalmasso.

I Buoni Acquisto, negli importi che il datore di lavoro stabilirà (nel 2024 si attestano tra i mille e 2mila euro), saranno caricati automaticamente nella sezione dedicata dell’app come “Buoni Acquisto”, che il lavoratore potrà utilizzare in 170mila negozi (a oggi) direttamente dall’app e a breve anche tramite gift cards e e-commerce, oltre a molte insegne di grande catene. Hanno una durata di un anno.

2024-09-17T13:19:46Z dg43tfdfdgfd