TIKTOK VS USA: INIZIATO IL PROCESSO DI APPELLO

Il futuro di TikTok negli Stati Uniti è ora nelle mani di tre giudici del tribunale di appello. Ieri sono iniziate le udienze del processo avviato in seguito alla denuncia presentata dall’azienda cinese il 7 maggio. Gli avvocati di TikTok dovranno dimostrare che la legge approvata a fine aprile è incostituzionale e quindi impedire l’eventuale ban del social network.

Scetticismo da parte dei giudici

In base al Protecting Americans from Foreign Adversary Controlled Applications Act, ByteDance ha 270 giorni di tempo per vendere TikTok ad un’azienda non cinese. Ciò dovrà avvenire antro il 19 gennaio 2025. Solo se la transazione è stata già avviata, il Presidente degli Stati Uniti potrà estendere la scadenza di altri 90 giorni. Se la vendita non si completerà entro i termini, l’app dovrà essere rimossa da Apple e Google dai rispettivi store.

Il Dipartimento di Giustizia afferma che TikTok viene usato dal Partito Comunista Cinese per spiare gli utenti statunitensi, quindi rappresenta un pericolo per la sicurezza nazionale. L’azienda cinese sottolinea che non ci sono prove, ricordando che tutti i dati sono conservati sui server di Oracle (molti credono che l’accesso da parte dei dipendenti in Cina sia ancora possibile). La legge violerebbe quindi il Primo Emendamento della Costituzione.

Durante la prima udienza, i tre giudici hanno espresso un certo scetticismo sull’applicazione del Primo Emendamento ad un’azienda straniera di un paese ostile. Entrambe le parti hanno chiesto al tribunale di emettere una sentenza entro il 6 dicembre, in modo da aver il tempo di presenterà l’eventuale appello alla Corte Suprema e ottenere una sentenza definitiva prima del 19 gennaio 2025.

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