TELEMARKETING, UN INCUBO PER GLI ITALIANI. IL MINISTRO URSO: «REGISTRO DELLE OPPOSIZIONI NON PUò IMPEDIRE LE TELEFONATE ILLEGALI»

Il telemarketing continua ad essere un incubo per milioni di italiani, e anche il Registro delle opposizioni, che doveva mettere un freno alla questione, non sembra aver risolto granché: chi si iscrive continua a ricevere telefonate dai call center, con l'inevitabile rischio truffe soprattutto nel settore luce e gas (ma non solo). A questo proposito oggi, mercoledì 11 settembre, al question time della Camera ha parlato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso«Il registro tutele delle chiamate effettuate nel rispetto della legge non può impedire la recezione di telefonate illegali, effettuate da soggetti che raccolgono i dati in maniera illecita e contattano gli utenti senza aver raccolto apposito consenso», ha detto Urso circa il telemarketing selvaggio.

Il ministro Urso sul telemarketing selvaggio

Il ministro ha spiegato che «un'altra criticità riscontrata riguarda la pratica di mascherare l'identità della linea chiamante mostrando numerazioni fittizie o non attive», aggiungendo che «il contrasto a questa tecnica, tramite l'introduzione di protocolli sicuri che garantiscono l'autenticità della linea chiamante, potrebbe ridurre significativamente il fenomeno illegale». Urso ha sottolineato che «occorre intensificare l'azione e trovare altre soluzioni anche alla luce di normative europee» e proprio «alla Camera è in corso una proposta di legge che prevede specifiche disposizioni per il miglioramento della qualità del servizio e per il contrasto alle pratiche illegale del telemarketing».

Snocciolando alcuni dati, il ministro ha illustrato che «attualmente sono registrate nel registro pubblico delle opposizioni circa 30 milioni di numerazioni di contraente telefonici e più di 900 operatori di telemarketing. Questi ultimi dall'avvio del servizio nel 2011 hanno sottoposto oltre 5,7 miliardi di verifiche mentre dall'estensione del servizio nel 2022 gli operatori inviano annualmente centinaia di milioni di numeri».

Urso ha fatto presente che «le aziende che non verificano le numerazioni periodicamente oppure non consultano il registro prima dell'avvio di ogni campagna, secondo la normativa vigente, vanno individuate e sanzionate». E «chi viola la normativa può incorrere in una sanzione fino al 4% del fatturato globale annuo dell'esercizio dell'anno precedente». Ad oggi «sono diversi gli operatori che hanno ricevuto sanzioni milionarie da parte dell'Autorità», ha sottolineato Urso.

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