COMMISSARIO BRUXELLES, URSO PRONTO A FARE LE SCARPE A FITTO. IL TESORO SCOPERTO NELLA TUSCIA CHE FA GOLA A MEZZO MONDO

Tra i due litiganti il terzo gode? Spunta Urso per la poltrona di Commissario a Bruxelles. Colloqui “conviviali“, li definisce la premier, ma certamente utili per fare un primo punto della situazione in vista della ripresa e per concordare il vertice a Roma per il il 30 agosto. Da quel momento si entrerà nel merito di diverse questioni aperte, tra queste le nomina Ue, ma anche il nodo delle nomine Rai e il delicato dossier – già aperto in sede ministeriale – della manovra. Il tenore convivale nella masseria non esclude comunque che sui principali argomenti sul tappeto possa essere stata fatta una prima riflessione – si ragiona in ambienti della maggioranza – a partire dall’Europa.

La premier tesse dunque la trama anche in questi giorni di relax vacanziero per sciogliere nel miglior modo possibile, alla ripresa, i nodi aperti, a partire dalla scelta del commissario europeo. In pista su tutti c’è Raffaele Fitto. Ma con molta discrezione sono state valutate anche alcune subordinate. Su tutti il nome di Elisabetta Belloni, diplomatica di rango e ora direttrice del dipartimento informazione per la sicurezza del governo. Ma ai nomi “storici” se ne è aggiunto uno nuovo di zecca in queste ultime ore: quello del ministro dello Sviluppo economico, Adolfo Urso.

La Cina blocca l’antimonio metallico: Occidente al palo

La Cina ha vietato l’esportazione di antimonio metallico. L’antimonio è un materiale chiave con molte applicazioni militari, come esplosivi ad alto potenziale, propellenti per missili e guida a infrarossi. L’antimonio richiesto dall’industria militare statunitense viene importato principalmente dalla Cina. In termini di uso civile, l’antimonio è ancora una delle materie prime chiave per celle fotovoltaiche e vetro fotovoltaico. Le restrizioni della Cina sulle esportazioni di antimonio non solo colpiranno l’industria militare statunitense, ma renderanno anche l’industria fotovoltaica occidentale ancora più disperata.

Il tesoro scoperto nella Tuscia che fa gola a mezzo mondo

Pochi sanno però che anche l’Italia potrebbe presto avere ampie scorte di “terre rare”. Tre giacimenti di litio, ovvero l’oro bianco, sono stati scoperti nella Tuscia e sono più ricchi di quelli scoperti in altri continenti. Risultato? Multinazionali di mezzo mondo sono pronte all’assalto. I giacimenti scoperti finora sono tre: uno alle porte di Viterbo, uno nei pressi del lago di Bolsena e uno, quello che sembra essere più corposo, a Nepi. E proprio quest’ultimo sito – scoperto recentemente – ha catalizzato le attenzioni delle grandi multinazionali del settore sul Viterbese, che vogliono mettere le mani sui bacini per soddisfare la domanda di questo particolare materiale, divenuto ormai fondamentale nell’epoca della transizione green.

I finalisti del “Giuseppe Berto”

Andrea Bazzanini, L’ultima stagione (Oligo); Fiammetta Palpati, La casa delle orfane bianche (Laurana Editore); Giulio Spagnol, Charlie palla di cannone (Mondadori); Michele Ruol, Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia (TerraRossa); Samuele Cornalba, Bagai (Einaudi). Questi i cinque finalisti della XXXI edizione del Premio Letterario “Giuseppe Berto”, riconoscimento tra i più prestigiosi del nostro paese per opere prime di narrativa già edite.

L’opera vincitrice verrà svelata durante la cerimonia di premiazione che si svolgerà il 7 settembre a Capo Vaticano (Ricadi, VV), nella tenuta calabrese a strapiombo sulla Costa degli Dei eletta da Giuseppe Berto, sin dalla fine degli anni ‘50, quale luogo dell’anima e del “buen retiro”, nell’ambito di una manifestazione incastonata, quest’anno, nell’ambito del Festival “Estate a Casa Berto” (5-8 settembre) anch’esso dedicato al nome e alla memoria dell’autore de “Il Male oscuro” e “La Gloria”.

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