UNIONE INDUSTRIALI TORINO, LA TUNISIA ALLE IMPRESE: “INVESTITE DA NOI”

Nel quadro di una crescente collaborazione tra Italia e Tunisia, Torino ha ospitato un importante incontro volto a rafforzare i legami economici tra le due nazioni. L’incontro, denominato “Tunisia: una porta sull’Africa”, si è tenuto grazie all’iniziativa dell’Unione Industriali Torino e della Camera di Commercio di Torino, in collaborazione con l’Ambasciata di Tunisia a Roma e Fipa Invest in Tunisia.

Oltre 120 imprese piemontesi hanno preso parte all’evento, segnalando un interesse concreto verso le opportunità offerte dal mercato tunisino. Tra i relatori principali, l’assessore regionale alle Finanze e Internazionalizzazione, Andrea Tronzano, e Giorgia Garola, vicepresidente dell’Unione Industriali Torino, che ha sottolineato l’importanza strategica della Tunisia per le imprese italiane, soprattutto in un contesto geopolitico complesso.

Tunisia: una porta per l’Africa e un partner strategico per l’Italia

Nel corso dell’incontro, l’ambasciatore tunisino in Italia, Mourad Bourehla, ha ribadito l’importanza della Tunisia come “porta di accesso privilegiata” verso l’Africa subsahariana, sottolineando il ruolo fondamentale dell’Italia come partner strategico del Paese. L’Italia, che ha sempre supportato la Tunisia nel suo percorso di transizione democratica, è oggi il secondo investitore nel Paese, dopo la Francia. Solo nel 2023, le imprese italiane hanno avviato 164 progetti di investimento, creando 3.074 posti di lavoro, mentre il commercio bilaterale tra i due Paesi ha raggiunto la cifra di due miliardi di euro. In totale sono 990 le imprese italiane presenti in Tunisia, con oltre 83 mila addetti diretti per un fatturato di 1,1 miliardi di euro.

“Insieme possiamo costruire un futuro di prosperità condivisa basato sui valori comuni di cooperazione, innovazione e sviluppo sostenibile” ha spiegato l’ambasciatore tunisino. “L’Italia è sempre stata un partner strategico sostenendo il Paese nel suo percorso di transizione democratica, e questo sostegno è stato manifestato con incontri bilaterali tra leader e ministri” ha aggiunto, sottolineando come “il commercio bilaterale è cresciuto significativamente negli ultimi anni, fino a due miliardi di euro. L’Italia è uno di principali fornitori di beni alla Tunisia nell’industria meccanica chimica mentre importa beni di consumo, tessili e manifatturieri”. Questo perché, ha sottolineato l’ambasciatore Bouhrela, la Tunisia “ha avviato importanti riforme per semplificare le procedure commerciali e favorire la creazione di imprese”.

Gli investimenti italiani in Tunisia sono caratterizzati da un approccio “local to local”, con un’attenzione particolare all’alta specializzazione tecnologica che il Paese sta sviluppando. Secondo i dati di Fipa Invest in Tunisia, il settore tecnologico ha visto una crescita dell’8% annuo, portando Tunisi al primo posto in Nord Africa per ricerche scientifiche e tecniche e al tredicesimo su scala mondiale, come indicato dall’Indice Mondiale dell’Innovazione 2020. Questo dinamismo economico e tecnologico, insieme alla presenza di oltre 2.200 imprese ICT, rende la Tunisia un hub di innovazione e sviluppo industriale nel continente africano.

Un’opportunità per le imprese piemontesi

“Questo incontro rappresenta un momento importante per consolidare le relazioni economiche tra i nostri due Paesi” ha spiegato Giorgia Garola, vicepresidente con delega all’internazionalizzazione dell’Unione Industriali Torino mentre il prossimo passo per consolidare le relazioni economiche tra i due paesi sarà la missione imprenditoriale prevista per novembre, durante la quale le aziende piemontesi avranno l’opportunità di incontrare imprese e istituzioni tunisine attraverso incontri B2B. “La Tunisia” spiega Garola “è una piattaforma produttiva naturale per nostre le imprese impegnate a diversificare le proprie attività e a penetrare nuovi mercati nel Maghreb, nell’Africa subsahariana e nel Golfo. Queste sono caratteristiche ancora più importanti oggi, in un momento geopolitico che presenta criticità in molte aree del mondo”.

I settori chiave per le imprese italiane in Tunisia

Il settore tecnologico non è l’unico ad attrarre l’interesse delle imprese italiane. In Tunisia, oltre al settore ICT, altri comparti economici offrono ampie opportunità. Il settore automotive, per esempio, conta ben 280 imprese, il 65% delle quali opera esclusivamente sui mercati internazionali. La Germania è la principale destinazione delle esportazioni tunisine nel settore automotive, con il 37%, seguita da Francia (21%), Romania (12%) e Italia (11%). Dal 2010, il numero di addetti nel settore è più che raddoppiato, raggiungendo quota 90mila lavoratori. Allo stesso modo, il settore aeronautico ha visto una crescita costante dell’8% annuo, impiegando oggi 17mila addetti.

Altri settori di rilievo per gli investitori italiani includono il tessile, il farmaceutico, l’energia rinnovabile e l’agroalimentare. La presenza di imprese italiane in questi comparti è favorita da una serie di riforme introdotte dalla Tunisia per semplificare le procedure commerciali e incentivare la creazione di nuove imprese. La protezione della proprietà intellettuale, la semplificazione delle procedure doganali e una serie di agevolazioni fiscali rendono la Tunisia una destinazione attraente per gli investimenti esteri.

Incentivi e supporto per le imprese italiane

A rendere la Tunisia ancora più interessante per gli investitori italiani contribuisce l’ampia gamma di incentivi disponibili. Tra questi, spicca una nuova misura di Simest per l’Africa, che prevede una riserva di 200 milioni di euro a tasso agevolato dello 0,5% per sei anni. Questo fondo è destinato sia alla formazione professionale sia all’acquisto o leasing di macchinari, apparecchiature a uso produttivo, impianti e beni strumentali, incluso il potenziamento o la riconversione di tecnologie esistenti. Inoltre, il governo tunisino offre una serie di agevolazioni per le imprese che decidono di insediarsi nel Paese, come la deduzione dei redditi provenienti dall’attività industriale e la copertura parziale delle spese infrastrutturali.

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