BORSA 19 SETTEMBRE: IN EUROPA TUTTI PAZZI PER LA FED E PER I NUOVI RECORD DI WALL STREET. LUSSO IN RIPRESA, A MILANO RIMBALZA CAMPARI

Le borse europee brindano alla retorica di Jerome Powell e al maxi taglio dei tassi di 50 punti base deciso ieri dalla Federal Reserve, un’indicazione che potrà dare maggiore coraggio anche alla banca centrale europea nelle prossime occasioni, qualora i dati lo permetteranno.

Oltreoceano sono chiare le indicazioni di Wall Street, che si muove su livelli record, assaporando un atterraggio morbido per l’economia, tanto più che la settimana scorsa le richieste iniziali di sussidi alla disoccupazione sono calate (-12 mila) fermandosi a 219 mila contro attese a 230 mila.

Piazza Affari guadagna l’1,16% e si riporta oltre la soglia psicologica dei 34 mila punti base (34.044). Tra le blue chip rimbalza Campari, +9,54%, mentre arretrano titoli difensivi come le utility e sono contrastate le banche. Fuori dal Ftse Mib archiviano una seduta da incorniciare i titoli ex Mediaset, Mfa (+14,08%) e Mfb (+15,24%), dopo i conti semestrali e le indicazioni sulla raccolta per i 9 mesi, migliori delle attese.

In tutta Europa è in grande ripresa il lusso, nella settimana milanese della moda e nella convinzione che un allentamento monetario favorirà la ripresa dei consumi.

La piazza migliore è così Parigi +2,29%, aiutata dalla performance dei titoli delle grandi firme.

Il progresso è robusto ad Amsterdam, +1,77%, in scia alle big tech americane maggiormente sensibili ai tassi.

Bene Francoforte +1,55% e Madrid +0,8%.

Anche Londra si apprezza dello 0,94%, nonostante una sterlina tonica con la BoE che ha deciso di mantenere fermi i tassi d’interesse al 5%, nonostante le scelte dei colleghi Usa.

A New York, all’ora in cui le borse europee stanno chiudendo, il DJ sale dell’1%, lo S&P 500 segna +1,67%, il Nasdaq +2,72%. Anche il Russell si apprezza dell’1,73%, pensando che un costo del denaro inferiore favorirà chi ne ha maggiormente bisogno, come le medie imprese. Tra i titoli spingono sull’acceleratore le azioni di colossi come Microsoft, Apple, Nvidia.

Brillano oro e petrolio

Il presidente della Fed Jerome Powell ha scelto la mossa più aggressiva e nel contempo ha rassicurato i mercati: non si tratta di fronteggiare un’emergenza economica, ma di ricalibrare la situazione. Dal grafico dot-plot, vale a dire dalle pressioni dei singoli componenti del Fomc (braccio monetario della Fed) risulta che la banca centrale prevede un taglio di altro mezzo punto quest’anno, un punto nel 2025, mezzo punto nel 2026. I future però indicano circa 70 punti base quest’anno e circa 200 punti entro settembre del 2025. Per Bofa si arriverà a 75 punti base entro fine anno, sostenendo che l’enfasi posta sul tentativo di anticipare qualsiasi debolezza del mercato del lavoro potrebbe spingere la Fed “a tagli più profondi”.

In Europa il numero uno della Banca d’Italia Fabio Panetta ritiene che la Bce, dopo la decisione dei giorni scorsi di ridurre i tassi di 0,25 punti, “potrebbe accelerare nei mesi”. Il governatore ritiene che in tale direzione vanno gli “indicatori di persistente debolezza dell’economia europea” e il segnale degli Stati Uniti.

In questo contesto l’euro-dollaro è al momento poco mosso a 1,113.

Sono tonici i future del petrolio (+1,5% circa), sostenuti anche dalla situazione in Medio Oriente, benché permangano le preoccupazioni per la domanda cinese.

Il greggio texano si muove a 71,15 dollari al barile, mentre il petrolio del Mare del Nord sale a 74,84 dollari al barile.

Continua però a brillare anche l’oro, che aggiorna i suoi massimi storici, perché comunque c’è chi ritiene che sia bene proteggersi: lo spot gold è in crescita quasi dell’1% a 2584,19 dollari l’oncia (dopo un nuovo massimo a 2594,90)) e il future dicembre a 2609,4 dollari.

Piazza Affari brinda con Campari, Cucinelli, Prysmian

Mai come oggi vale la pena di dire che Piazza Affari “brinda” con Campari. Il titolo dell’azienda attiva nel settore delle bevande rialza la testa, dopo averla piegata piegata ieri a seguito delle dimissioni a sorpresa del Ceo. A favorire il recupero è stata la decisione di Lagfin, holding di diritto lussemburghese con cui la famiglia Garavoglia controlla il gruppo, di acquistare fino a 100 milioni di azioni ordinarie della società ritenendo che “l’attuale prezzo di mercato dell’azione ordinaria Campari non rifletta fedelmente il reale valore del Gruppo”.

Cucinelli, +4,53% è tra le migliori blue chip del giorno in un settore del lusso che si fa nuovamente largo anche a Milano. Moncler guadagna l’1,97% e Ferragamo segna +3,68%.

Il peggioramento degli scenari di guerra e i maggiori investimenti in armi da parte dei governi favoriscono i progressi di Leonardo +3,62%.

Bene inoltre l’industria con Prysmian +3,96%, Ferrari +3,79%, Interpump +3,5%, Iveco +3,1%, Pirelli +2,17%.

Guadagna un posto nella top ten anche Stm +3,52%.

Tra i titoli oil brilla ancora Saipem, +3,78% dopo la notizia di ieri di un nuovo contratto offshore da due miliardi di dollari circa con Saudi Aramco.

La maglia nera del giorno va a Inwit -2,17%, seguita da Terna -1,98%, Hera -1,96%, Erg -1,95%, Snam -1,84%.

Le banche sono contrastate: Banco Bpm perde lo 0,81%, mentre Popolare di Sondrio sale dell’1,91%. Bene Banca Mediolanum, +1,63%, dopo la sentenza della Corte di Giustizia europea che fa rientrare Fininvest nel pieno possesso dei diritti di voto.

Unicredit sale dell’1,24%. Oggi l’ad Andrea Orcel ha confermato che la banca “per il momento” intende rimanere all’attuale 9% ma chiederà alla Bce l’autorizzazione di salire fino al 29,9% “per avere la possibilità” che il dialogo continui. In un’intervista al Messaggero esclude invece un’opa: “sarebbe un atto aggressivo”.

Obbligazionario in festa

Partecipa alla festa odierna anche l’obbligazionario: lo spread tra Btp e Bund, entrambi di durata decennale, arretra a 132 punti base. Scendono anche i tassi, rispettivamente al 3,48% e 2,16%.

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